Pipita

 

Chitarra battente a fondo piatto - Chitarra battente a fondo bombato - Lira - Zampogna - Altro

Un oboe primitivo, con ancia doppia, dal timbro aspro e nasale: così Vito Fedeli, pioniere dell’etnomusicologia italiana, descrisse la ciaramella in uno scritto apparso nel 1899 sulla “Rivista storica calabrese”. Ampia è la diffusione nella Calabria meridionale di questo strumento (lo si trova in Abruzzo, in Molise, nel Lazio e in Campania oltre che in Calabria), usato in coppia con la zampogna a chiave e recentemente, in casi sporadici, con l’organetto. La ciaramella ( chiamata nella nostra regione per lo più pipita, ma anche pigula, cornetta, etc…) di solito termina con una campana ( fadda ) avvitata a un fusto che nella parte apicale alloggia l’ancia doppia di canna (rametta); ha una lunghezza variabile a seconda del tipo di zampogna a chiave con cui deve suonare ( la romana presuppone una pipita di piccole dimensioni, la quattordici una più grande e la sidici una più grande ancora ). Nell’estremità meridionale della Calabria la zampogna è generalmente uno strumento solista ma nella musica tradizionale locale la pipita si è qua e là affacciata: a Natile, a Roccaforte del greco, a Gallicianò e a Bova, per esempio, qualche suonatore la usava nelle novene di Natale in coppia con la zampogna a paru; a Samo e a Sant’Ilario erano attive due bande piluse che venivano convocate nei paesi vicini in occasione delle feste patronali al posto della banda comune ( gli abitanti anziani di Roghudi conoscono la pipita, strumento estraneo alla loro cultura musicale, perché per un lungo periodo la processione di San Nicola fu accompagnata ogni anno dalla banda pilusa di Samo ). Le pipite costruite da Bruno, con legname scelto che può variare in funzione delle richieste dei committenti, dispongono di sette fori digitali anteriori e di un foro posteriore per il pollice.